Gas Naturale previsioni: torneremo mai a prezzi pre-conflitto?

Scopriamo le previsioni del prezzo del gas naturale, dopo che gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un forte aumento del costo di questa materia prima.

L’andamento del prezzo del gas naturale è un argomento che da mesi sta facendo discutere.

Già nei primi mesi dell’anno, gli analisti indagavano le cause del caro energia in Italia che sono naturalmente mutate nell’ultimo periodo per via del conflitto europeo. Questo perché la Russia è il primo fornitore di gas ed energia per il nostro Paese con una quota di import del 40%.

Ora, aldilà delle cause, ci si interroga su quale sia l’andamento attuale, ma soprattutto su quali sono le previsioni future dei prezzi.

Tali considerazioni sono legate al TTF, il Title Transfer Facility che è sia la borsa virtuale dove avvengono le contrattazioni internazionali sul gas naturale, sia il nome del titolo che rappresenta il prezzo della materia prima stessa.

Quando si espongono i prezzi del gas naturale, però, alcune volte seguono il TTF, altre volte invece seguono il prezzo PSV, Punto di Scambio Virtuale, che è l’indice italiano del prezzo del gas.

Dopo le necessarie premesse, vediamo cosa ci riservano i prossimi mesi in relazione al costo del gas naturale e quali possono essere gli scenari futuri.

L’evoluzione del conflitto europeo sulle previsioni di prezzo del gas naturale

L’andamento della guerra russa è cruciale rispetto alle previsioni dei prezzi del gas naturale.

La società di ricerca per i mercati energetici REF-E ha realizzato il suo ultimo report sull’andamento dei prezzi futuri dell’energia e del gas, focalizzandosi proprio sul conflitto europeo tra Russia e Ucraina.

Nel report si leggono i tre possibili scenari futuri:

  • se la guerra si protrarrà per diversi anni, l’Europa e l’Italia scotteranno gravi conseguenze economiche e commerciali con il blocco dell’import dalla Russia e prezzi del gas naturale molto elevati;
  • se si raggiungerà un accordo diplomatico parzialmente sostenuto dall’occidente, alcune sanzioni alla Russia saranno revocate e si avrà una lenta ripresa delle importazioni e un calo dei prezzi dal 2023;
  • se invece ci sarà un accordo pienamente sostenuto dall’occidente, si avrà una più rapida ripresa degli scambi commerciali e il calo dei prezzi del gas grazie ad una maggiore offerta di materie prime.

Nel primo trimestre 2022, l’ARERA – Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente – ha registrato un raddoppio nel prezzo del gas naturale, che è passato dai 0,5414 €/Smc di fine 2021 ai 0,921 €/Smc.

Anche la composizione dei prezzi del gas è mutata.

La voce “approvvigionamento del gas” è aumentata del 70% nelle bollette degli italiani a fronte dei costi di servizio e di vendita al dettaglio rimasti pressoché invariati.

Il secondo trimestre dell’anno, invece, rileva una prima riduzione dei prezzi, scendendo a 0,893 €/Smc.

Si tratta di una leggera flessione al ribasso del 3% che potrà irrobustirsi anche nel mese di giugno.

Il tiro alla fune sul prezzo del gas naturale

Nell’analizzare e ipotizzare l’andamento futuro del prezzo del gas naturale, entrano in ballo tre fattori principali che spingono al rialzo:

  • l’aumento del prezzo del petrolio;
  • l’instabilità geopolitica con incremento della domanda di gas naturale da altri Stati, come la Cina;
  • l’aumento dei costi delle quote di emissione. Si tratta delle quote di emissioni che vengono concesse alle società previo pagamento.

A queste spinte verso l’alto, si oppone l’azione del Governo italiano che è intervenuto con delle misure straordinarie.

La prima da citare riguarda l’annullamento degli oneri generali di sistema fino a giugno 2022. Questa azione alleggerirà le bollette del gas e dell’energia elettrica.

In secondo luogo c’è stata la riduzione dell’IVA sul gas al 5% di cui potranno godere tutti i consumatori senza distinzione.

In ultimo, si è potenziato il bonus sociale, alzando il tetto di reddito di chi ne può fruire da 8.265 euro a 12.000 euro. Lo scopo di includere più persone si rispecchia in una stima ARERA in base a cui più di 2 milioni di famiglie beneficeranno del bonus gas.

Nonostante queste misure straordinarie e la lieve discesa dei prezzi del gas naturale, ARERA afferma che nel periodo tra il 1° luglio 2021 e il 30 giugno 2022 la spesa di gas naturale di una famiglia media italiana è aumentata del 71% rispetto ai 12 mesi precedenti a questo periodo.

Ma cosa accadrà nella seconda metà del 2022 e oltre?

Le stime sui prezzi del gas naturale per la seconda metà del 2022

Da oltreoceano arrivano voci poco rassicuranti rispetto ai prezzi futuri del gas naturale.

Lo Standard & Poor’s Global Ratings, infatti, ha alzato le stime sui prezzi del 2022 e del 2023.

Secondo quanto emerge dalle analisi, infatti, nel prossimo anno e mezzo non riusciremo ad avere dei risparmi sulle bollette.

La causa principale è il poco tempo che hanno i Paesi, Italia compresa, per rimediare all’attuale situazione.

Un modo in cui questo dovrebbe avvenire riguarda lo spostamento di parte dell’approvvigionamento di gas naturale anche verso gli Stati Uniti.

Gli analisti americani hanno innalzato le ipotesi sui prezzi del TTF che riguarderanno l’America e l’Europa intera, anche perché l’instabilità geopolitica ha rallentato la transizione ecologica.

L’Italia, in quanto Paese UE, partecipa infatti all’agenda 2030 che prevede misure per la riduzione delle emissioni e per l’utilizzo di energie pulite.

Misure che hanno subìto un brusco rallentamento negli ultimi mesi, tant’è che nel Belpaese si è parlato di riaccendere le centrali a carbone.

Anche se Draghi ha affermato che aumenterà del 25% le tasse sui profitti delle imprese energetiche, per frenare l’impatto del caro gas sui cittadini, lo scenario è tutt’altro che roseo.

Così, le probabilità di rivedere i prezzi scendere al periodo pre-conflitto restano molto basse.

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