Inquinamento domestico: cos’è e come ridurlo?

L’inquinamento domestico viene generato dagli apparati, dagli oggetti e dai prodotti che utilizziamo quotidianamente.

I rischi legati alla nostra salute includono asma, polmoniti e tumori all’apparato respiratorio ma anche avvelenamenti accidentali e allergie.

Quindi, le contaminazioni generate in casa e poi rilasciate nell’ambiente, possono danneggiare le falde acquifere e peggiorano la qualità dell’aria.

In alcuni studi, infatti, è stato riscontrato che i prodotti per la pulizia contribuiscono all’inquinamento dell’aria tanto quanto i veicoli nel traffico urbano.

Insomma, un fenomeno da non sottovalutare, che è necessario riconoscere per tutelarci.

Migliorare la qualità dell’aria degli ambienti indoor è un problema complesso, multidisciplinare e correlato ad una molteplicità di fattori. Nell’aria degli ambienti chiusi, infatti, sono presenti diversi tipi di inquinanti che provengono dall’aria esterna e da sorgenti interne e che possono interagire tra loro.

In sintesi, l’entità delle emissioni è influenzata da tre fattori in particolare:

  • la qualità dell’aria esterna;
  • le attività svolte all’interno dello spazio abitato;
  • lo stato di manutenzione degli edifici.

In più, vari aspetti della IAQ (Qualità dell’aria Interna) possono essere influenzati o soggetti ad interazioni con le condizioni microclimatiche, come temperatura e umidità. Che mutano continuamente nel tempo, anche in rapporto alle variazioni climatiche.

Ridurre l’inquinamento domestico non è difficile, in realtà basterebbe seguire piccoli accorgimenti. 

Consigli per ridurre l’inquinamento domestico

Prodotti per la pulizia: sempre meglio pulire limitando l’uso di detersivi, preferendo rimedi naturali: bicarbonato di sodio, aceto o limone. Non solo non creano inquinamento, ma rispettano l’ambiente, basta utilizzarli nelle dosi consigliate.

Evitare l’utilizzo di prodotti che contengono composti volatili. Sostituendoli, se strettamente necessari, con composti a basso tasso di V.O.C.

Usare materiali isolanti: unicamente a basso impatto ambientale.

Umidità: in casa non bisogna mai superare il 50% di umidità. Assicuriamoci che non si creino macchie di muffa sui muri o problemi d’infiltrazione. Per abbassarne il livello possiamo utilizzare i deumidificatori.

Manutenzione degli impianti: ridurre i consumi e le emissioni inquinanti avviene anche grazie alla manutenzione degli impianti a gas, dei termosifoni e degli impianti di ventilazione, controllando i filtri, che devono essere cambiati spesso e lavati.

Evitare di fumare in casa: meglio fumare all’aperto. Soprattutto in inverno quando con le finestre chiuse il fumo ristagna in casa.

Qualità dei mobili: quando si acquistano i mobili sarebbe meglio evitare quelli in truciolato o quelli verniciati con pitture tossiche. In alternativa all’arredamento “usa e getta”, meglio acquistare mobili in legno massello.

Assicurarsi in ogni caso: che armadi e mobili in legno compensato abbiano la certificazione che rispetta gli standard di bassa emissione di formaldeide e composti organici volatili.

Arieggiare le stanze: favorire il ricambio dell’aria è un ottimo modo per far uscire sostanze tossiche da casa e per ridurre il numero di composti volatili presenti.

Profumatori: è preferibile utilizzarli con cautela e preferire quelli naturali come, per esempio, gli olii essenziali.

Aspirapolvere: scegliere i modelli con filtri e che non disperdano polveri nell’ambiente.

Avere una cappa aspirante: in cucina e in bagno, per convogliare i fumi all’esterno dell’abitazione. Meglio far arieggiare o aspirare quando circolano detersivi, vapori della lavastoviglie e vapori della doccia. Specialmente se presenti agenti schiumogeni.

Preferire il gel per capelli alla lacca e i deodoranti stick. In ogni caso evitare gli spray.

Linee guida ufficiali per l’inquinamento domestico

Alcune linee guida ufficiali da tenere presente per tutelarsi rispetto all’inquinamento domestico:

-2009 “WHO guidelines for indoor air quality: dampness and mould”. Offrono una descrizione generale dei rischi per la salute correlati alla presenza di umidità e muffe negli edifici. E forniscono una serie di indicazioni fondamentali per la loro individuazione e prevenzione.

-2010 “WHO guidelines for indoor air quality: selected pollutants”. Definiscono i limiti per alcuni inquinanti indoor per i quali le conoscenze scientifiche relative agli effetti dannosi sull’uomo sono state giudicate sufficientemente accettabili. Le sostanze considerate sono benzene, NO2, formaldeide, IPA (soprattutto benzo[a]pirene), CO, naftalene, radon, tricloroetilene e tetracloroetilene.

-2014 “WHO Indoor air quality guidelines: household fuel combustion”. Queste nuove linee guida per la qualità dell’aria interna trattano la combustione dei combustibili domestici. Mirano ad aiutare i responsabili politici della sanità pubblica e gli esperti che lavorano in materia energetica ed ambientale. Per comprendere le migliori strategie per la riduzione dell’inquinamento atmosferico nelle abitazioni.

E in Italia?

In Italia non esiste a livello nazionale una normativa organica per il controllo dell’inquinamento domestico.

é possibile fare riferimento alle norme che vengono emanate dai Comuni, nell’ambito del Regolamento di Igiene e Sanità. Che fissano i parametri di salubrità delle abitazioni e degli abitati in genere.

Anche i medici e gli altri operatori sanitari possono informare correttamente i cittadini.

Insegnando loro come gestire al meglio le risorse domestiche per ridurre gli sprechi (acqua, alimenti), come privilegiare consumi energetici intelligenti (lampadine a basso consumo o a led), come evitare prodotti inquinanti e come contribuire al trasporto sostenibile ecc.

Alcune norme, poi, individuano varie raccomandazioni obbligatorie relative alla ventilazione, alla presenza delle canne fumarie, alla volumetria degli alloggi, ecc.

Inoltre, da diversi anni, ci sono delle iniziative che mirano ad aumentare l’efficienza energetica degli edifici (riscaldamento, raffrescamento, riduzioni sprechi, ecc.)

Il Ministero della Salute, nell’ambito delle proprie competenze, ha pubblicato documenti volti a migliorare l’IAQ. In particolare, ricordiamo:

  • l’Accordo del 27 settembre 2001. “Linee di indirizzo per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati” (G.U. Serie Generale n. 276 del 27 novembre 2001)
  • e l’Accordo del 18 novembre 2010. “Linee di indirizzo per la prevenzione nelle scuole dei fattori di rischio indoor per allergie ed asma” (GU del 13 gennaio 2011, SG n. 9).

Questa iniziativa è finalizzata a delineare un programma integrato di interventi per garantire ambienti scolastici sani per tutto il personale scolastico. Per la salute respiratoria di tutti gli alunni/studenti e, soprattutto, per i bambini allergici e asmatici.

Infine, nel libro “Inquinamento Indoor” di Maurizio de Tilla e Lucio Maliterni (edizioni Utet) si ricorda che in casa, in ufficio, negli edifici pubblici (in generale negli spazi chiusi) trascorriamo il 90% della nostra giornata. Dove respiriamo 22mila volte al giorno.

Alleati green contro l’inquinamento domestico

Ogni anno quasi 7 milioni di persone muoiono a causa dell’inquinamento:

  • 3,6 milioni a causa di quello ambientale;
  • 3,3 milioni per quello indoor.

I dati sono riportati dal direttore scientifico della Fondazione Ca’ Granda, del Policlinico di Milano.

Un ultimo suggerimento, relativo all’inquinamento domestico (a casa, a scuola, negli uffici…) riguarda la possibilità di arredare gli ambienti chiusi con piante specifiche.

Molte sono le specie in grado di ridurre la presenza di sostanze volatili. Per esempio: edere, azalee, aloe vera, ficus, gigli, gerbere, crisantemi e sansevieria.

La George Washington University ha individuato tra le mura delle abitazioni 45 sostanze chimiche dannose. Gli agenti naturali, a partire dalle piante, sono davvero capaci di assorbire e neutralizzare quelli inquinanti.

Grazie a una serie di piccoli pori sulle foglie, le piante sono in grado di catturare le molecole e i gas inquinanti e di convogliarli nelle radici.

Queste, a loro volta, liberano le sostanze nocive nella terra, dove vi sono i microrganismi capaci di metabolizzarle e neutralizzarle.

Sono in grado di ripulire l’aria dall’ammoniaca e dalla formaldeide. Ma anche dal fumo di sigarette e dal monossido di carbonio, che si forma quando cuciniamo o accendiamo lo scaldabagno.

Nel libro “Piante che purificano l’aria” di Boixière-Asseray e Chaudet (Edizioni Il Punto di incontro) sono esaminate, una per una, ben 20 piante da utilizzare contro l’inquinamento domestico.

Sono piante belle da vedere: Edera, Anturio, Pothos, Fico beniamino, Gerbere, Spatifillo. Ma sono anche piante che rendono accogliente l’ambiente di casa. Aiutando a trovare, in famiglia, la strada della sostenibilità.

Nel libro sono presenti anche le schede pratiche che aiutano a curare le piante nel modo giusto per mantenerle sempre rigogliose.

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