Qual è la data Accensione Riscaldamento?

quando si possono accendere i riscaldamenti in Italia?

Con l’arrivo delle prime giornate fredde si ripresenta l’interrogativo annuale: quando è consentito iniziare a scaldare gli ambienti domestici? E quale deve essere la temperatura limite? È un errore comune pensare che in casa si possa fare ciò che si vuole: la normativa nazionale, infatti, definisce in maniera precisa non solo le date ufficiali per l’accensione e lo spegnimento del riscaldamento, ma anche il numero di ore giornaliere ammesse e la massima temperatura che si può raggiungere.

Quando le temperature si abbassano e il maltempo fa già pensare all’autunno, è spontaneo desiderare ambienti domestici più caldi, specialmente nelle ore mattutine e serali quando l’assenza del sole rende l’atmosfera più fredda. Ma quali sono i tempi giusti per la messa in funzione dei termosifoni?

Cosa c’è da Sapere sulla Data Accensione Riscaldamento?

Il territorio italiano è diviso in 6 zone climatiche (dalla A alla F), ciascuna caratterizzata da condizioni termiche medie specifiche.

Le Zone Climatiche in Italia

La classificazione delle zone climatiche italiane è basata sui gradi-giorno. Questi variano in base alla località e determinano le seguenti zone:

  • Zona A: Questa zona include comuni con meno di 600 gradi-giorno. Esempi sono Linosa, Lampedusa e Porto Empedocle.
  • Zona B: Con 600-900 gradi-giorno, questa zona abbraccia varie province siciliane come Agrigento e Catania, oltre a Crotone e Reggio Calabria in Calabria.
  • Zona C: Qui rientrano le località con 901-1400 gradi-giorno, come Bari, Brindisi, e Napoli.
  • Zona D: Con 1401-2100 gradi-giorno, include province come Ancona, Firenze e Roma.
  • Zona E: Questa fascia, con 2101-3000 gradi-giorno, comprende zone come Alessandria e Milano.
  • Zona F: Oltre 3000 gradi-giorno, include Cuneo, Belluno e Trento.

I tempi consentiti per l’accensione del riscaldamento variano per ciascuna zona:

  • Zona A: dal 1 dicembre al 15 marzo, massimo 6 ore al giorno.
  • Zona B: dal 1 dicembre al 31 marzo, fino a 8 ore giornaliere.
  • Zona C: dal 15 novembre al 31 marzo, con un limite di 10 ore al giorno.
  • Zona D: dal 1 novembre al 15 aprile, con un massimo di 12 ore al giorno.
  • Zona E: dal 15 ottobre al 15 aprile, fino a 14 ore al giorno.
  • Zona F: senza limitazioni.

La legge prevede limiti distinti per ogni fascia climatica riguardo alla durata e ai periodi di funzionamento degli impianti di riscaldamento. Per esempio, se risiedete a Catania, appartenente alla fascia B, potrete beneficiare del riscaldamento dall’1 dicembre al 31 marzo per non più di otto ore al giorno. Al contrario, chi vive a Milano o nel contesto della Pianura Padana, zona E, può attivarlo dal 15 ottobre al 15 aprile per un massimo di 14 ore al giorno. A Trento o Cortina, invece, comprese nella zona F, non esistono limitazioni, date le potenziali sorprese legate alla rigidità del clima montano.

Tuttavia, esistono eccezioni specifiche per determinate strutture, quali piscine e ospedali, dovute a particolari necessità.

In caso di eccezionale ondata di freddo, cosa si può fare? Generalmente, è consentita l’accensione dei termosifoni per un totale di ore giornaliere corrispondente alla metà di quelle stabilite dalla normativa. Ad esempio, se a Milano il 10 ottobre fa particolarmente freddo, cinque giorni prima della data ufficiale, si potrà attivare il riscaldamento per 7 ore piuttosto che per 14, prediligendo i momenti della giornata in cui la necessità di calore è maggiore.

Posso regolare il termostato alla temperatura che desidero? La temperatura massima che può essere impostata è limitata per legge a 20 gradi centigradi, con un margine di tolleranza di 2 gradi. Questo è il valore massimo consentito nelle abitazioni, uffici, scuole e in altri edifici. Per quanto riguarda fabbriche e laboratori artigianali, non si dovrebbero superare i 18 gradi.

Questi standard sono ritenuti ideali secondo le ricerche effettuate da specialisti del settore sanitario. Mantenere la temperatura sui 20 gradi è fondamentale non soltanto per il benessere fisico, ma anche per ridurre l’inquinamento dell’aria.

L’eccessivo utilizzo degli impianti di riscaldamento durante l’inverno rappresenta una delle principali cause di inquinamento atmosferico e incremento delle particelle pm10 che affliggono le città. Per questo motivo, specie nella Pianura Padana, molti Comuni emanano ordinanze per abbassare ulteriormente di 2-3 gradi la temperatura consentita all’interno delle case, portandola a 17-18 gradi: una riduzione significativa che permette agli impianti di consumare meno e emettere una minore quantità di gas nocivi nell’atmosfera.

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