Paesi che consumano più energia al mondo: quali sono?

Capire quali sono i paesi che consumano più energia sul pianeta è una questione davvero complessa. Non tanto perché si tratta di una ricerca estesa all’intera superficie globale, quanto per l’elevato numero di fattori che concorrono a determinare dati e statistiche.

Dopodiché, bisogna tenere presente, per esempio:

  • le differenti condizioni di vita in ciascuna “regione” del mondo;
  • le motivazioni e la funzione delle specifiche statistiche;
  • il fatto che i dati non sono sempre disponibili o aggiornati.

Sempre a titolo di esempio, prendiamo la spiegazione di Eurostat sulle statistiche riguardanti il consumo di energia primaria, indicato in Mtoe (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio).

Eurostat specifica che i dati indicanti il consumo di energia sono descritti in termini assoluti.

Così, i paesi più piccoli, come Malta, Cipro e Lussemburgo, hanno valori molto più bassi rispetto a paesi più grandi e popolosi, come Spagna, Francia, Italia, Regno Unito e Germania.

Come fare, allora, per informarsi sulla situazione generale e orientarsi sul discorso “energia”?

Un punto di riferimento importante per comprendere le statistiche riguardanti il consumo di energia mondiale è l’istituto IEA (International Energy Agency). Che lavora con i paesi di tutto il mondo cercando, di dare forma a politiche energetiche per un futuro sicuro e sostenibile.

Secondo i ricercatori che collaborano presso questa agenzia, sono i paesi industrializzati i maggiori consumatori di energia sul pianeta. Nonostante siano la rappresentanza del solo 15% della popolazione globale!

Il loro consumo energetico supera i due terzi della domanda totale.

A livello planetario, i maggiori paesi consumatori, dunque, sarebbero:

  1. la Repubblica Popolare Cinese 26,9%;
  2. gli Stati Uniti 17,5%.

Che insieme rappresentano più del 40% del consumo globale.

Seguono:

  • India 5,4%
  • Giappone 4,2%
  • Federazione Russa 3,4%
  • Corea 2,4%
  • Canada 2,3%
  • Germania 2,3%
  • Brasile 2,3%
  • Francia 2,0%.

Comunque, la classifica differisce significativamente in termini di consumo pro capite.

Questo a causa dei tassi di elettrificazione, utilizzo degli elettrodomestici, saturazione del mercato ed esigenze di riscaldamento o raffreddamento elettrico. Che hanno un grande impatto sui livelli di consumo.

Per esempio, anche se l’India è al terzo posto a livello mondiale in termini di consumo totale di energia, i dati in termini di consumo di elettricità pro-capite sono piuttosto bassi.

I grafici sul consumo energetico disponibili sull’Atlante dell’energia, dell’istituto IEA, permettono di approfondire il discorso a vari livelli. Sono disponibili mappe che raccontano della quota di:

  • combustibili fossili nella produzione di elettricità
  • rinnovabili, sempre nella produzione energetica
  • e anche della quota di energia nucleare.

L’atlante energetico dello IEA permette anche di visualizzare l’evoluzione di un singolo indicatore per paese, o di fare un confronto tra diversi paesi. Per farlo, basta andare sul sito, nella sezione delle mappe e modificare le selezioni predefinite sui grafici.

Al momento, sono presenti anche le tabelle riassuntive dell’offerta e della domanda (di elettricità e calore) fino al 2020.

Per chi si stesse chiedendo cosa è accaduto con la comparsa del Covid-19…

A quanto pare, la crescita del consumo globale di energia è diminuita del 4% nello scorso anno.

Il contesto era quello di una pandemia globale! I dati, infatti, sono in contrasto con la crescita media del 2% annuo nel periodo 2000-2018.

Ma anche nel 2019 c’era stato un rallentamento sul consumo globale, dello 0,8%.

Il consumo di energia è sceso nella maggior parte dei paesi, tranne che in Cina. Sempre il più grande consumatore di energia. La Cina, infatti, si è rapidamente ripresa dalla crisi del COVID-19. E il consumo energetico ha ripreso ad aumentare fino al 2,2%.

Sicuramente un ritmo molto più lento rispetto agli anni precedenti (+4% annuo nel periodo 2008-2018 e +3,4% nel 2019).

Le misure di blocco e la riduzione dell’attività economica hanno avuto un forte impatto sul consumo di energia (…ed anche sull’ambiente).

Il consumo energetico è diminuito significativamente:

  • negli Stati Uniti (-7,6%)
  • di circa il 7% nell’UE (forti cali nei maggiori mercati come Spagna, Francia, Italia e Germania), Giappone e Canada
  • del 4,8% in Russia.

Il calo è stato più lieve (circa -3%) in India e Corea del Sud.

Più basso (circa -2%) in Australia e Brasile.

Il consumo di energia si è contratto anche in Africa e in Medio Oriente (specialmente in Arabia Saudita).

Riguardo all’Europa, poi, la dipendenza dalle importazioni di energia (in particolare di petrolio e di gas naturale) è al centro delle preoccupazioni in merito alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico.

Eurostat, analizzando la produzione di energia primaria nell’UE, in conseguenza del divario tra produzione e consumi, parla di una crescente dipendenza dalle importazioni di energia da paesi terzi.

Nel 2018, più della metà (58,2 %) dell’energia lorda disponibile è stata coperta dalle importazioni.

Perché è così importante informarsi e comprendere i dati relativi al consumo energetico mondiale?

All’energia e al suo consumo, soprattutto negli ultimi anni è dedicata particolare attenzione a livello politico e sociale.

L’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) ci ricorda che la questione energetica è legata a rilevanti fattori che riguardano la vita di tutti noi.

Tra quelli fondamentali: la volatilità dei prezzi del petrolio e gas, le interruzioni nella distribuzione di energia (con blackout eclatanti) e la crescente attenzione per gli effetti collegati all’utilizzo di certi tipi di energia.

Il riferimento più semplice è quello relativo alle emissioni di gas ad effetto serra.

Il gruppo dei Paesi del G20, per esempio, rappresenta:

  •  circa il 90% del PIL mondiale;
  •  l’80% del commercio mondiale;
  •  il 66% della popolazione mondiale;

…e poi, produce l’84% delle emissioni di gas serra derivanti dall’uso di fonti non rinnovabili di energia.

Ci sono diversi fattori che possono aiutare a spiegare il livello complessivo delle emissioni di CO2 in un paese: la dimensione della sua popolazione, il suo mix nel consumo energetico, il suo PIL eccetera.

Le emissioni globali di CO2 hanno raggiunto il massimo storico di 33,5 GtCO2 nel 2018. Guidate da una robusta crescita della popolazione e dell’attività economica. Mentre hanno mostrato un leggero calo (meno dell’1%) nel 2019. Principalmente a causa di condizioni meteorologiche più miti in tutti i continenti.

Ed anche di un calo delle emissioni nel settore energetico delle economie avanzate, che utilizzano energia rinnovabile.

La crescita delle emissioni nel 2018, come negli anni precedenti, è stata in gran parte guidata dai paesi non OCSE, come Cina e India.

Gli Stati Uniti hanno registrato un aumento di oltre il 3%.

Sembrerebbe che i dati sul consumo energetico e le emissioni di CO2 tendano a rivelare risultati simili.

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