Il gas del condizionatore è tossico? Sfatiamo questo mito

L’equivoco è molto semplice da chiarire. Il gas del condizionatore è tossico al pari di tante altre sostanze chimiche conosciute.

Molto banalmente, potremmo dire che: non è commestibile. (Questo è ovvio!)

Il malinteso nasce dal fatto che spesso, negli ultimi anni, abbiamo sentito notizie che riguardano certi gas…ma correlate all’ambiente!

Ebbene, il cuore dell’impianto di condizionamento (e anche del frigorifero) funziona grazie ad un gas refrigerante. Senza questo gas non potremmo avere aria fresca (o calda) nelle nostre abitazioni e negli ambienti di lavoro.

Tale componente interno ha un impatto negativo sull’ambiente. In tanti casi, per esempio, è dannoso per lo strato di ozono, ma è anche fonte di inquinamento domestico.

I condizionatori sono, tra i grandi elettrodomestici, quelli che utilizziamo di più quotidianamente. E allo stesso tempo, sono quelli che provocano un importante aumento dei livelli di inquinamento atmosferico.

È per questo motivo che possiamo affermare che il gas del condizionatore è tossico!

Negli ultimi anni, quindi, l’Unione Europea ha messo a punto importanti limitazioni sulle tipologie di gas per condizionatori. Per ridurre le conseguenze negative sull’effetto serra.

Queste limitazioni riguardano i gas che possono essere utilizzati e stabiliscono una serie di doveri per le aziende produttrici, i tecnici installatori e gli acquirenti.

La normativa europea 

Il regolamento Europeo specifico è il nr. 517/2014 sugli F-Gas (gas fluorurati a effetto serra) che impone un elenco di obblighi la cui entrata in vigore definitiva è prevista per il 2025.

Conoscere questi obblighi ci permette di essere cittadini responsabili e informati e ci offre la possibilità di chiarire eventuali equivoci e di fare scelte consapevoli in materia di sostenibilità ambientale.

A partire dall’acquisto di un nuovo condizionatore, passando per la manutenzione, per giungere allo smaltimento. (Anche di quelli vecchi!)

Ciò che, innanzitutto, bisogna tenere a mente, è che per il momento il gas del condizionatore è tossico perché inquina.

Poi, un problema correlato sta nel fatto che per rinfrescare (o riscaldare) gli spazi in cui viviamo, contribuiamo a surriscaldare il pianeta.

Perché gli impianti di climatizzazione (quasi tutti) funzionano con energia elettrica.

E questa, nella stragrande maggioranza dei casi, la produciamo attraverso l’utilizzo di combustibili fossili, come petrolio e carbone.

Che tipo di gas viene usato per i condizionatori?

Per comprendere, intanto, come siamo arrivati a questa nuova legislazione europea, bisogna sapere che ogni gas del condizionatore è tossico “a modo suo”.

Ed è questa consapevolezza, ormai globale, che influenzerà concretamente le scelte di acquisto.

Al momento si possono trovare in commercio due tipologie di condizionatori:

  • i modelli più vecchi adottano il gas R410A;
  • quelli di ultima generazione sfruttano il gas R32.

Qual è la differenza tra le due sostanze? L’impatto inquinante, ovvero, l’impronta ecologica.

Rispetto al gas refrigerante R410A, che appartiene alla famiglia degli HFC, il refrigerante R32 è meno dannoso.

I gas HFC sono idroclorofluorocarburi, sono gas refrigeranti usati in numerose applicazioni commerciali.

Sono composti organici che contengono atomi di fluoro, idrogeno… Furono sviluppati come alternativa più sostenibile ai clorofluorocarburi (CFC).

A dire che il gas del condizionatore è “tossico” per l’ambiente è l’indice GWP (Global Warming Potential). Parametro internazionale che misura il potenziale di riscaldamento globale.

Il valore si attesta a 675 per l’R32, contro i 2088 del refrigerante R410A.

Le differenze, comunque, non sono tutte qui.

Il quantitativo del nuovo gas, richiesto per il funzionamento dell’impianto di condizionamento, è inferiore e offre una maggiore efficienza energetica.

Inoltre, non essendo esplosivo, l’R32 assicura elevati standard di sicurezza negli impianti di climatizzazione residenziale.

Se ci sono perdite di gas dall’impianto, corro pericoli?

Se il gas refrigerante contenuto nell’impianto è R22, R407C o R410A non ci sono pericoli.

Questi gas sono inodore, incolore e non sono tossici per l’uomo.

Anche il gas R32 gode di queste caratteristiche. Ha la particolarità di essere leggermente infiammabile, mentre i primi tre non lo sono.

Qualunque sia il gas refrigerante usato, eventuali perdite vanno ricercate dai tecnici, con gli appositi strumenti.

Il gas del condizionatore è tossico per l’ambiente: cosa cambia dal 2025

Il gas per climatizzatori R32 sarà l’unico consentito sul mercato. Non potranno più essere usati refrigeranti con GWP pari o superiore a 750.

Come accennato, la scadenza ultima per adeguarsi a questo obbligo è il 2025.

Cosa bisogna fare, quindi, entro i prossimi quattro anni?

Per chi si stesse chiedendo se fosse possibile sostituire il gas R410A con l’R32 sugli impianti preesistenti, la risposta è semplice.

Chi possiede un climatizzatore di vecchia generazione, non può adattarlo per il nuovo refrigerante. Si rischia di compromettere l’integrità e il corretto funzionamento della macchina.

Bisogna sostituire obbligatoriamente i vecchi condizionatori (entro il 2025). Le tubazioni e i collegamenti, invece, non vanno cambiati.

Infine, per le modalità di installazione e di manutenzione, un condizionatore con gas refrigerante R32 è assolutamente identico a un impianto che utilizza R410A.

Il gas nell’impianto si consuma nel tempo?

In ogni caso, se l’impianto non ha perdite e permane ermeticamente sigillato (come all’uscita dalla fabbrica): il gas refrigerante non si “consuma” e può durare per un tempo infinitamente lungo.

Nei climatizzatori split, l’ermeticità dipende anche dalla correttezza dell’installazione eseguita dal tecnico. Prevalentemente dalle tubazioni di collegamento tra le due unità.

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